PLAYGROUND URBANO
PROGETTO 7 Arch. Andrea Tomasino (studio in Roma – RO)
La Piazza oggi
La Piazza del Popolo di Savigliano si presenta oggi come uno spazio complesso e frammentato, vissuto principalmente come luogo momentaneo e di passaggio. È un luogo “allestitivo” e puramente funzionale, che prende vita solo durante il mercato settimanale e gli occasionali eventi cittadini. Un luogo vissuto lungo i suoi bordi e sotto i portici, dove i negozi e i bar permettono le poche attività quotidiane.
Il centro della Piazza, un’ulteriore isola di asfalto che ospita parcheggi ed il Monumento al Generale Arimondi che mal dialoga con lo spazio circostante, può essere considerato un “playground inattivo” il cui assetto urbano e paesaggistico non permettono di definirlo come luogo d’incontro a tutti gli effetti. L’elemento di forte riconoscibilità è riconducibile all’Ala del Mercato, che risulta attualmente disconnessa dal resto della piazza, un’architettura isolata e percettivamente distante.
Playground Urbano
Il progetto intende creare una precisa identità per la Piazza, accogliendo nuovi schemi compositivi e funzionali che permettono di definire un’immagine innovativa che risponde alle esigenze dello spazio pubblico contemporaneo.
Attraverso la ricollocazione del Monumento al Generale Arimondi nei Giardini di Piazza d’Armi ed il solo spostamento dell’edicola esistente per migliorare la viabilità, il nuovo disegno urbano rivaluta gli attuali spazi a favore di un assetto unitario sia dal punto di vista fisico che percettivo. La nuova Piazza può divenire un esempio virtuoso per il progetto dello spazio urbano della città e per una vivibilità a dimensione d’uomo, inserendosi in un contesto urbano in cui divenire un importante nodo di collegamento e nuova centralità.
Il concept perseguito utilizza l’essenza polifunzionale della Piazza come punto di forza per creare un vero e proprio Playground Urbano, che attraverso il disegno semplice e accurato delle superfici orizzontali consente molteplici possibilità di uso e fruizione, attribuendo una riconoscibilità dell’utilizzo come mercato con la pulita indicazione del numero degli stalli incisa sulla pavimentazione e riconsegnando ai cittadini uno spazio di cui potersi liberamente appropriare.


Una strategia come progetto
Il progetto si presenta come una proposta strategica che restituisce la prima fase di un processo di trasformazione che permetterà di immaginare una piazza in grado di ridurre ed infine eliminare la presenza di vetture.
La viabilità è ridotta e semplificata ed introduce sull’intera area la zona 30, che consente una nuova gerarchizzazione a favore della mobilità dolce. La Via Vittorio Alfieri continuerà ad essere gestita come una ZTL, per il controllo dei flussi in ingresso al centro storico. Attraverso un preciso disegno della pavimentazione che identifica le diverse percorrenze, vengono così ricuciti tra loro gli spazi che compongono l’intera porzione urbana con cui si identifica la Piazza, allargando così il suo perimetro percettivo. Viene ristabilito il rapporto della Piazza stessa con una delle sue architetture principali, la storica Ala del Mercato, attraverso la rimozione della strada che la divideva dallo spazio centrale che ne costituisce ora il naturale e spontaneo proseguimento. Si definiscono nuove proporzioni in cui gli spazi dedicati all’uomo “a piedi” avranno la priorità.
Le aree destinate a parcheggi, ridotti al minimo numero essenziale, sono delle superfici permeabili facilmente riconvertibili: potranno diventare nuovi luoghi d’incontro con l’inserimento di attrezzature urbane, ma anche essere “decorticati” per ospitare nuova vegetazione per piccoli giardini o orti urbani.
La Piazzetta Monviso rappresenta così la porzione in cui il progetto investe maggiormente in questa idea di transizione: l’area inizialmente destinata a concentrare la maggior quantità di parcheggi, ospita già in questa fase di progetto una notevole superficie destinata al verde e che potrà presto facilmente ampliarsi.
Una nuova natura
Accanto all’aspetto viabilistico, il nuovo disegno urbano si concentra dunque sull’aggiunta di ampie superfici da destinare ad aiuole per prati fioriti e rain gardens, e che prendono particolare rilievo nel coronamento dello spazio centrale della Piazza che accoglie il mercato. Si intende così attivare nuovi comportamenti di partecipazione e cura nei confronti della città, definendo degli spazi di prossimità non marginali ma strutturali
Microsoft Word – 1_Relazione tecnica DEF.doc
per un’idea di paesaggio urbano che accoglie la natura, un indispensabile valore ecologico ed ambientale che risponde alle sfide climatiche di oggi.
La piazza viene inoltre arricchita di alberature ad integrazione di quelle esistenti, che sono ora in grado di definire una forte struttura per i diversi ambiti spaziali. In questa logica, il nuovo boschetto sullo sfondo opposto all’Ala del Mercato, oltre a costituire una fondamentale zona d’ombra e luogo di piacere, definisce un’importante quinta paesaggistica a conclusione dei filari che disegnano il perimetro della Piazza. La scelta delle specie vegetali ricadrà su tipologie autoctone per quanto riguarda alberature ed arbusti, mentre i prati fioriti saranno gestiti per renderli il più naturali possibili per poter così ottimizzare le attività di manutenzione e il minor utilizzo possibile di risorse idriche, garantendo spazi urbani dal grande valore estetico.
Dispositivi urbani
Le nuove gerarchie e priorità che il progetto attiva sono rese possibili anche grazie ai dispositivi urbani che permettono di instaurare nuove attività e comportamenti sociali. L’architetto danese Jan Gehl, nella sua produzione sia teorica che pratica del progetto dello spazio urbano, pone l’accento su come gli elementi che definiscono “la vita tra gli edifici” siano capaci di instaurare relazioni e socialità. La presenza di differenti “attività volontarie” e luoghi da cui poter osservare le “azioni umane” è ciò che permette di riconoscere la qualità e la vivibilità degli spazi urbani come naturale luogo di incontro e di scambio.
Sulla base di questa idea, il progetto concentra l’attenzione su diversi dispositivi attrattori, sia materiali che immateriali. Ciò si traduce in un disegno degli elementi di seduta, sia mobili che fissi, che creano molteplici situazioni in cui è possibile riconoscere luoghi di sosta e di relazione tra le persone, oltre che di costante rapporto con lo spazio circostante, sia nelle zone pavimentate che prative. Possono, di volta in volta, diventare dei piccoli “salotti” in cui riunirsi ed incontrarsi, oppure dei punti di osservazione che guardano verso gli intrattenimenti della Piazza.
L’altro importante dispositivo che arricchisce lo spazio di possibili usi differenti e che caratterizza fortemente l’immagine della piazza è la nuova pensilina. Questo spazio coperto/aperto, un’architettura che si giustappone all’Ala del Mercato senza prevalerla, è un valore aggiunto alle molteplici funzioni che la Piazza è in grado di accogliere, e che si somma alle superfici verdi grazie alla sua copertura. Possiamo definirlo un perimetro informale, che favorisce nuovi possibili eventi ed attività. È un’architettura leggera e sospesa, che costruisce un preciso ambito dello spazio pubblico al riparo sia per parte del mercato nei momenti di allestimento, sia per il libero uso cittadino: così come i portici costituiscono i percorsi lungo i bordi della Piazza, la pensilina rappresenta il luogo per fermarsi e stare al coperto.
Un progetto per la trasformazione
Il progetto per la Piazza del Popolo si presenta come l’occasione di riconsiderare il disegno dello spazio pubblico come importante meccanismo attivatore di processi di trasformazione, capace di rispondere adeguatamente ai suggerimenti che l’uso attuale della piazza offre. Attraverso l’introduzione di nuovi elementi esclusivi, la proposta del Playground Urbano costituisce l’opportunità di fornire la città di indispensabili strumenti per un paesaggio urbano di qualità.