QUADRATO CERCHIO TRIANGOLO
PROGETTO 26 Arch. Giulia Belfiore Costa (studio in Torino – TO)
Il grande spazio pubblico di Piazza del Popolo è il frutto di una delle principali trasformazioni urbane settecentesche della città di Savigliano. Esso è inoltre, da sempre, uno spazio di transito, di attività temporanee e di eventi che si susseguono ciclicamente nel tempo.
Le criticità principali emerse durante l’analisi a monte del progetto sono principalmente due:
– la frammentazione caratterizzante la piazza, sia per quanto riguarda i materiali che la compongono sia quanto concerne la destinazione d’uso;
– la sua funzione di luogo per momenti transitori e per eventi temporanei, che non permette alla piazza stessa di sviluppare una sua identità indipendentemente dagli eventi che vi hanno luogo.


LE FASI DEL PROGETTO
La prima fase è stata quella di uniformare la pavimentazione della piazza rendendola continua, di modo da ricucire tutti i fronti edilizi, da annullare la differenza di livello rispetto alla strada e da rendere riconoscibile ogni parte grazie alla matericità del cemento disattivato.
Il secondo passaggio consiste nell’inserire nella piazza i cinque oggetti che hanno il compito di popolarla e darle una funzione. Ispirati dall’arte e dalla storia locale, ridisegnano la dimensione della piazza, alleggerendola e interrompendone la continuità, scardinando quindi la tradizionale idea di piazza come spazio pubblico orizzontale. Sono oggetti verticali, dinamici, stranianti e scultorei: cinque grandi sedute, cinque diversi scenari, che offrono ciascuno un particolare uso e una prospettiva alternativa della Piazza.
Gli allineamenti o i disallineamenti che questi elementi creano con il contorno permettono di disegnare un’identità che non è più quella di spazio tra due strade.
La Piazza diventa un atlante di elementi, una seduta circolare, un podio, uno ziqqurat, un fiore e una piccola piazza nella piazza, che grazie alla forma iconica e alla scala spaesante permettono ai cittadini di prendere parte a inaspettati scenari di vita pubblica. Questi elementi, si rivolgono verso i punti peculiari del fronte edilizio.
Per enfatizzare il ruolo degli oggetti, il terzo step è stato quello di creare dei tappeti, ovvero dei cambi di materiale, dei percorsi preferenziali verso alcuni fronti a partire dagli oggetti, che mettono in evidenza alcuni assi visivi e degli elementi peculiari, come la porta di San Giovanni o l’ingresso dell’Ala. Assieme al cambio di trattamento materico del suolo (pavimentazione in blocchetti di pietra ricostruita), lo sguardo viene guidato a favore di una prospettiva ibrida, sempre differente e inaspettata.
La quarta fase prevede delle fasce alberate che vanno a infittire i viali alberati esistenti che costeggiano la piazza. Seguendo il percorso del tappeto maggiore, le specie selezionate, presenti usualmente in ambienti urbani simili a quello di Savigliano (Acer platanoides, Ginkgo biloba, Pyrus calleriana, Populus nigra, ‘Italica’, Tilia cordata) concedono, attraverso le molteplici fioriture, le ombre, il colore del fogliame nei diversi momenti dell’anno e la loro verticalità, uno spazio urbano dinamico e mutevole.
Il quinto e ultimo step prevede la costruzione di due padiglioni. A completare il progetto sul lato est della piazza, in diretta relazione con il molo, l’edicola e il chiosco esistenti vengono riplasmati come due volumi puri e monolitici. L’edicola si sviluppa come una copertura posta sul molo che enfatizza il ruolo di ritrovo della comunità saviglianese, mentre il piccolo chiosco viene immaginato con la stessa matericità e si relaziona con lo ziqqurat in modo particolare nel creare un luogo più intimo e raccolto.
Per quanto riguarda la mobilità e la funzionalità della piazza, il progetto prevede di sopprimere al traffico il tratto di Via Muratori di fronte all’Ala, in un’ottica di maggior pedonalizzazione dello spazio stesso, grazie
anche alla velocità dei veicoli che viene ridotta a 30km/h. Per far fronte alla necessità di circolare attorno alla piazza per raggiungere il lato sud, si è pensato di invertire il senso di marcia in Via Mabellini. Un altro intervento proposto è quello di collocare i parcheggi richiesti sul perimetro della piazza e all’imbocco delle vie laterali al fine di garantire uno spazio sicuro per pedoni e ciclisti, uno spazio a misura d’uomo.
In relazione all’uso mercatale dello spazio, la presenza degli oggetti all’interno della piazza non interferisce con la sua funzione commerciale in quanto è possibile una disposizione dei banchi che assicuri una buona visibilità per ogni venditore e un adeguato spazio per mezzi d’entrata anche in un’ottica di sicurezza. Attraverso il nuovo allestimento inoltre, la piazza, una volta terminato l’evento temporaneo, mantiene il suo ruolo di centralità urbana.
Un ultimo aspetto di grande importanza e di grande contemporaneità è quello della resilienza urbana,
che si concretizza nel progetto attraverso differenti soluzioni: la risposta alle sempre più frequenti ondate di calore viene messa in atto tramite le aree alberate che creano delle zone d’ombra e attraverso la loro evo traspirazione, creano un microclima fresco. Per quanto riguarda gli eventi piovosi estremi invece, il materiale del cemento e le aree pavimentate a porfido sono drenanti, permettendo alla pioggia di essere assorbita dal terreno più lentamente, evitando l’effetto fiume nelle strade laterali. Le specie arboree scelte inoltre, richiedono bassa manutenzione, minori potature, nessuna irrigazione e sono resistenti allo smog.