TEATRO URBANO
PROGETTO 9 Arch. Marco Valerio Agretti (studio in Pesaro – PU), Arch. Carlo Farina (studio in Pesaro – PU), Arch. Giovanna Gennari (studio in Pesaro – PU)
Piazza del Popolo si presenta come uno spazio monumentale e regolare, i cui lunghi fronti porticati introducono un elemento che addolcisce il riferimento ai classici modelli francesi. L’ampia superficie si è da subito dimostrata adatta ad usi molteplici, che ancora vi si alternano, a servizio dell’intera città.
A queste importanti specificità si riconosce un importante valore urbanistico e architettonico, che il progetto è chiamato a rispettare ed esaltare.
L’aumento del traffico automobilistico ha tuttavia confuso la percezione della qualità del luogo, isolandone l’area centrale, che si presenta spesso come un vuoto, discontinuo rispetto ai luoghi del passeggio.
Dunque, nonostante la resistenza del «molo» come ritrovo radicato nel costume cittadino, la perdita di identità della piazza ha reso inevitabile che essa fosse intesa anche come polmone di parcheggio o area genericamente multiuso, quando non riservata alla funzione più forte di mercato.
Il progetto si propone di sanare queste criticità, mirando a riconquistare davvero Piazza del Popolo alla fruizione pedonale quotidiana, dando vita – con Piazza di Santa Rosa – a un sistema omogeneo, attraverso il suggestivo collegamento di via Alfieri.
Per raggiungere questo obiettivo primario si propone una coraggiosa e importante modifica della viabilità, limitando il traffico lungo il fronte meridionale al solo accesso a via Palestro, mantenendone il senso di percorrenza.
In questo modo Piazza del Popolo si radica fortemente al porticato sud, diventandone finalmente una effettiva, macroscopica estensione. Negozi e botteghe, che affacciavano sulla sola misura del portico, dilatano così la propria influenza verso un grande spazio, pedonale e protetto, pressoché sgombro da traffico motorizzato.
La rivoluzionata fruibilità della vasta area agevola così lo sviluppo delle attività commerciali, aumentandone appetibilità e valore e incoraggiando anche la piccola occupazione periodica o transitoria, con l’installazione di tavolini e ombrelloni a favore di bar e piccola ristorazione, innescando processi virtuosi di presidio del grande vuoto urbano, a favore di sicurezza e socialità.
Per ottenere questo notevole risultato è stato necessario che la dotazione di posti auto richiesta dall’Amministrazione fosse largamente ricollocata lungo il lato nord della piazza, lungo l’asse corso Roma/via Saluzzo e presso la piazza Monviso, aggiungendosi ai posti presenti in via Mabellini.
Perché i veicoli in sosta non si ponesssero come una disordinata barriera tra la riconquistata area pedonale e il suo intorno, si è lavorato molto sulla definizione del margine nord, enfatizzando anche il congegno degli attraversamenti pedonali, dilatati e intesi quasi come piccole piazze che si aggrappano al porticato adiacente.


Questa organizzazione mantiene la possibilità di accogliere nello spazio rinnovato tutti gli usi tradizionali della piazza e, particolarmente, tutti gli stalli del mercato richiesti, assicurando contemporaneamente i corridoi per le emergenze e un’apprezzabile spazio attorno al monumento al Generale Arimondi, che si intende riproporzionare – innalzandolo – e circondare con un velo d’acqua delimitato da gradoni di seduta, invece dell’aiuola esistente.
La nuova pavimentazione, che sottintende la rimodulazione delle pendenze secondo il nuovo assetto, viene eseguita in lastre di pietra di Luserna blu, interrotte da una maglia rettangolare di corsi di cubetti di porfido, con prevalenza del Rosso Violaceo Italiano.
I corsi trasversali originano dalle arcate del porticato sud, mentre una coppia di quelli longitudinali termina, ad est, con due teste circolari, che definiscono due piccole aiuole, parte di un gruppetto di alberelli, a sesto regolare. Questo boschetto emerge alla vista per primo, per chi provenga da via Alfieri, segnando l’ingresso nello spazio rinnovato e fornisce un punto focale alla visione longitudinale della piazza. Nella stessa zona del «molo» viene confermata l’edicola (ridisegnata) e, dopo il boschetto, viene ricollocata l’area di ricarica delle biciclette elettriche, che viene dotata di una copertura con illuminazione integrata, assonante con la nuova edicola.
La vista longitudinale verso il lato opposto della piazza resta aperta verso l’interessante volume del mercato coperto, al di là di via Muratori, lungo la quale vengono disposti alcuni monumentali dissuasori sferici, realizzati con un effetto acciaio inossidabile.
Il lato nord dell’area pedonale è definito da una sequenza di tre lunghe sedute che piegano – ciascuna alla propria destra – ad angolo acuto, in corrispondenza di tre interruzioni; di queste, le prime due corrispondono ai passaggi pedonali dei quali si è già detto, dove un frammento delle stesse sedute si vede proseguire al di là della sede carrabile, agganciandosi al portico nord.
La linea delle sedute accoglie, nel suo svolgimento, una sequenza di alberi ad alto fusto, che trovano sede in aiuole circolari, ricavate erodendo puntualmente la sezione delle panche.
Alcuni dei lampioni esistenti vengono ricollocati in corrispondenza dei varchi tra le sedute (un’altra coppia degli stessi lampioni viene traslocata nella ridisegnata piazza Monviso), mentre la rimanente illuminazione della piazza è affidata a una costellazione di lampade segnapasso, collocate ai vertici dei rettangoli definiti dai corsi in porfido; queste luci proiettano fasci in quattro direzioni, realizzando una replica luminosa – notturna – della scansione decorativa della pavimentazione.
Sotto l’intera sequenza delle panche si svolge un nastro luminoso che rimarca le geometrie dell’intervento, rafforzando la percezione del disegno complessivo.
La fermata del bus e le aree di parcheggio allineate lungo le sedute sono pavimentate in pietra di Luserna, come la parte pedonale, mentre le altre aree carrabili sono completamente in porfido.
La fermata del trasporto pubblico in direzione ovest viene avanzata, restando comunque nell’ambito della piazza.
La porzione carrabile residua che conduce a via Palestro è delimitata da una serie di paletti dissuasori e, parallelamente, sul lato opposto, da un filare di piccoli alberi in grandi vasi di acciaio inossidabile, che possono anche essere riposizionati, secondo necessità.
Come scritto in precedenza, il progetto accoglie la prescrizione riguardante il numero degli stalli del mercato; ciononostante, la prospettiva di consentire il posizionamento – anche semipermanente – di ulteriori zone dedicate a tavolini e sedute sull’area pedonale costituirebbe un ulteriore fattore di sviluppo dell’area, qualora ciò si rendesse possibile, in futuro.